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24 maggio 2012 4 24 /05 /maggio /2012 11:29

Saper rinunciare è un’arte che si può imparare da piccoli, se si hanno genitori che a loro volta sanno insegnare a farlo, senza drammi, né suppliche. Tutti rinunciamo a qualcosa, è innegabile. La vita quotidiana porta inevitabilmente a fare delle rinunce: la neomamma e il neopapà rinunciano a buona parte delle loro ore di sonno; gli studenti rinunciano ad uscire se l’indomani hanno un compito in classe e devono ripassare; i nonni spesso devono rinunciare a vedere i nipoti perché abitano in un’altra città; le signore (e i signori) di una certa età devono rinunciare a quello che da giovani era il loro punto di forza: la bellezza; i bambini spesso devono rinunciare a giocare con mamma e papà perché entrambi lavorano; i disoccupati devono rinunciare a sentirsi tranquilli perché non riescono a trovare lavoro e così via. E i manager, a cosa rinunciano? A quasi tutto.

Non possono occuparsi della famiglia, perché il lavoro “mangia” tutto il loro tempo; non possono divertirsi, perché spesso lavorano anche nei week end; non possono partecipare alle recite scolastiche dei loro bambini perché spesso, proprio in quel giorno, hanno una riunione cui non possono mancare; talvolta non possono neppure avere un fidanzato o una fidanzata perché il lavoro li porta talmente tanto in giro per il mondo che non riescono a creare una relazione stabile. E se non hanno famiglia è ancora peggio, perché prima di tutto spesso devono rinunciare ad averne una (sempre a causa del lavoro), devono sempre appoggiarsi a qualcuno di estraneo (spesso la segretaria)  per alcune attività personali, perché loro non hanno il tempo di seguirle, devono rinunciare ad avere spazi tutti per sé, perché il loro tempo è scandito da mille impegni. In poche parole: i manager rinunciano alla libertà. La carriera, il potere , la posizione, sono i padroni della loro vita e sono padroni esigenti che non lasciano spazio a recriminazioni o ripensamenti.

Chi sceglie di esser e di fare il manager sa in anticipo che la sua strada sarà costellata di rinunce e talvolta forse farebbe bene a soffermarsi a pensare se ne vale davvero la pena. Le soddisfazioni che il potere o certe posizioni possono dare sono tante, è vero, ma non bisogna dimenticare che non dureranno in eterno; che prima  poi tutto si ridimensionerà  e allora i nodi verranno al pettine: non ci saranno più amicizie , perché si sarà  rinunciato a coltivarle, non ci sarà famiglia, né figli, né giovinezza per poter riprendersi il tempo perduto. Rinunciare va bene, fa parte della vita, ma attenzione a non rinunciare a noi stessi.

 

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