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5 giugno 2012 2 05 /06 /giugno /2012 11:35

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Sembra facile organizzare una cena, perché in fondo che ci vuole?

 Un tavolo, delle sedie, un po’ di stoviglie, una pasta e voilà…tutto fatto. Magari fosse così! In realtà per organizzare una cena come si deve, dietro c’è un grandissimo lavoro organizzativo oltre che di cucina. Prima di tutto infatti bisogna essere ben consapevoli di chi sono gli invitati perché se ad esempio qualcuno fosse allergico al pesce e gli si prepara una cena tutta a base di crostacei…beh, la cosa sarebbe un tantino imbarazzante per tutti , ospite e padroni di casa….

Una volta capiti i gusti degli invitati, bisogna poi essere assolutamente certi di “chi può stare vicino a chi”, perché se due persone non sono proprio grandi amiche, magari viene fuori una discussione poco piacevole e la cena…è rovinata. Giusta soluzione è di solito quella di mettere seduti vicine persone che hanno interessi simili o lavori simili. Poi c’è il discorso tavola: una tavola ben apparecchiata fa già metà del successo di una cena. Da evitare quindi dei centrotavola altissimi che, pur belli, impediscono ai commensali di guardarsi in faccia, da evitare candelabri dai quali cola la cera delle candele che finisce rovinosamente sulla tovaglia (con orrore della padrona di casa) , da evitare fiori profumatissimi che coprono il buon odore dei cibi. Non è tutto: le sedie devono anche essere comode e i commensali devono avere lo spazio giusto per poter mangiare senza urtarsi con il gomito. Ovviamente banditi i tovaglioli e i piatti di carta, quelli vano lasciati per le cene tra amici intimissimi.

Per una cena “come si deve” bisognerebbe anche evitare che la padrona di casa si alzasse in continuazione per portare via piatti  e bicchieri e  per servire le nuove portate perché perderebbe molta parte della conversazione e metterebbe a disagio le altre donne ospiti che si sentirebbero in dovere di aiutarla: la confusione sarebbe assicurata. E veniamo al vero problema: la cena.

Cosa cucinare? Dove trovare il tempo e anche la capacità di farlo in modo adatto e, magari, anche memorabile ? E se la cucina è piccola, come si può fare ad organizzare una cena come si deve? Sono tutte domande legittime che creano anche un po’ di ansia, ma la risposta è piuttosto facile: basta rivolgersi a quelle società che si occupano di reperire e organizzare l’attività degli Chef a domicilio, cioè di quei cuochi che vengono a casa , decidono il menù con la padrona di casa, danno consigli, ma soprattutto cucinano in modo professionale.

  Se ci si affida ad uno di loro si avrà la sicurezza di fare bella figura. Dove trovarli? Basta andare sul sito www.compraretempo.blogspot.it 

e scegliere il servizio “chef a domicilio” e la cena diventerà una passeggiata ...

 

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5 giugno 2012 2 05 /06 /giugno /2012 11:22

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Il trasloco è la bestia nera di qualsiasi persona, non a caso è al terzo posto nella scala degli stress dopo la perdita del coniuge e quella del lavoro. Perché un trasloco porta via tanto, tantissimo tempo e tante , tantissime energie.

Prima di tutto bisogna cercare un traslocatore che abbia personale adatto, quindi tutti assunti, perché in caso contrario, se qualcuno si fa male, non solo rischia il traslocatore, ma anche il cliente che l’ha ingaggiato.  Poi bisogna accompagnarlo nel sopralluogo sia dell0attuale abitazione che di quella nuova (altro tempo perso). Naturalmente non ci si deve fidare del primo contatto, bisogna trovare almeno altri due possibili fornitori per avere dei preventivi confrontabili, e anche qui serve tempo per accompagnare tutti dappertutto.

Una volta trovato quello che va bene, inizia la vera fase stressante : l’imballo di vestiti, suppellettili , libri, lenzuola, piatti ecc ecc. Non si ha mai idea di quante cose ci sono in una casa finchè non si organizza un trasloco!!! Ogni due minuti salta fuori un oggetto che ci  eravamo dimenticati di possedere e che non possiamo assolutamente buttare, quindi…va imballato anche lui! E i vestiti? Quanti vestiti, scarpe, magliette, borse, magioni, pantaloni, giacche ha una donna?? E un uomo? E i bambini (giocattoli compresi)? Gli oggetti sembrano non finire mai e non si può nemmeno buttare dentro le cose alla rinfusa negli scatoloni, perché poi sarà drammatico tirarli fuori. Ogni cassa va etichettata con il contenuto e la citazione della stanza in cui andranno posizionati gli oggetti e ogni oggetto va imballato bene perché non si rompa o si danneggi durante il trasporto.

Tempo necessario : almeno una settimana….e se si lavora, come si fa? Ma non è finita, imballaggio a parte, c’è poi tutta la parte di disimballaggio e messa a posto, e quindi occorre altro tempo, a meno che non  si accetti di vivere “da accampati” per mesi in mezzo agli scatoloni da svuotare ….Certamente il disimballaggio può essere fatto di sera, dopo il lavoro, ma non sempre si ha la possibilità di farlo perché c’è anche la cena da preparare, i bambini da mettere a letto, la lavatrice da far andare….

Quindi l’ideale sarebbe prendersi una settimana di permesso. Facendo due conti tra l’imballaggio, il trasloco e il disimballaggio partono 15 giorni e un permesso di 15 giorni non è certo facile da ottenere, soprattutto se non ci si vuole “bruciare” le ferie.

Come fare? C’è una società che viene in aiuto per queste situazioni: si chiama The Substitute e, tra i tanti servizi che offre, ha anche quello dell’organizzazione dei traslochi, che non si limita alla sola ricerca del traslocatore, bensì anche a tutte le attività (imballo e disimballo + accompagnamento per sopralluoghi e presenza durante il trasloco)  a questo connesse.

In questo modo non sarà necessario prendere nessun tipo di permesso, tanto lavoreranno  loro al posto vostro.

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24 maggio 2012 4 24 /05 /maggio /2012 11:29

Saper rinunciare è un’arte che si può imparare da piccoli, se si hanno genitori che a loro volta sanno insegnare a farlo, senza drammi, né suppliche. Tutti rinunciamo a qualcosa, è innegabile. La vita quotidiana porta inevitabilmente a fare delle rinunce: la neomamma e il neopapà rinunciano a buona parte delle loro ore di sonno; gli studenti rinunciano ad uscire se l’indomani hanno un compito in classe e devono ripassare; i nonni spesso devono rinunciare a vedere i nipoti perché abitano in un’altra città; le signore (e i signori) di una certa età devono rinunciare a quello che da giovani era il loro punto di forza: la bellezza; i bambini spesso devono rinunciare a giocare con mamma e papà perché entrambi lavorano; i disoccupati devono rinunciare a sentirsi tranquilli perché non riescono a trovare lavoro e così via. E i manager, a cosa rinunciano? A quasi tutto.

Non possono occuparsi della famiglia, perché il lavoro “mangia” tutto il loro tempo; non possono divertirsi, perché spesso lavorano anche nei week end; non possono partecipare alle recite scolastiche dei loro bambini perché spesso, proprio in quel giorno, hanno una riunione cui non possono mancare; talvolta non possono neppure avere un fidanzato o una fidanzata perché il lavoro li porta talmente tanto in giro per il mondo che non riescono a creare una relazione stabile. E se non hanno famiglia è ancora peggio, perché prima di tutto spesso devono rinunciare ad averne una (sempre a causa del lavoro), devono sempre appoggiarsi a qualcuno di estraneo (spesso la segretaria)  per alcune attività personali, perché loro non hanno il tempo di seguirle, devono rinunciare ad avere spazi tutti per sé, perché il loro tempo è scandito da mille impegni. In poche parole: i manager rinunciano alla libertà. La carriera, il potere , la posizione, sono i padroni della loro vita e sono padroni esigenti che non lasciano spazio a recriminazioni o ripensamenti.

Chi sceglie di esser e di fare il manager sa in anticipo che la sua strada sarà costellata di rinunce e talvolta forse farebbe bene a soffermarsi a pensare se ne vale davvero la pena. Le soddisfazioni che il potere o certe posizioni possono dare sono tante, è vero, ma non bisogna dimenticare che non dureranno in eterno; che prima  poi tutto si ridimensionerà  e allora i nodi verranno al pettine: non ci saranno più amicizie , perché si sarà  rinunciato a coltivarle, non ci sarà famiglia, né figli, né giovinezza per poter riprendersi il tempo perduto. Rinunciare va bene, fa parte della vita, ma attenzione a non rinunciare a noi stessi.

 

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24 maggio 2012 4 24 /05 /maggio /2012 11:24

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Non tutti possono permettersi di avere una segretaria, anche se ne avrebbero un gran bisogno. Perché le segretarie , come tutti i lavoratori, costano e più sono brave e più chiedono alti stipendi. E purtroppo per il datore di lavoro, non c’è solo il costo dello stipendio mensile, c’è anche il costo dei contributi e delle tasse, il cosiddetto “costo Azienda”, che fa lievitare non poco il denaro che bisogna prevedere per pagarsi una segretaria.

Certo, denaro meritatissimo, perché una segretaria si sobbarca un’infinità di lavori: risponde al telefono, ricorda le scadenze, scrive le mail, va in  posta, in banca, accoglie i clienti, parla con  i fornitori, segnala eventuali notizie interessanti trovate sui giornali o sul web, mantiene i contatti quando il “capo” è fuori ufficio, registra i messaggi, ascolta le lamentele della moglie (o del marito) perché non riesce mai a parlare con il coniuge, a Natale organizza la festa per l’ufficio e gli addobbi…e molto molto altro. Ma per molte persone, soprattutto se sono liberi professionisti, non è facile né semplice poter avere questo tipo di aiuto, eppure sarebbe praticamente indispensabile. Infatti non è immaginabile che una persona che ha uno Studio possa anche, per esempio,  mettersi a rispondere al telefono mentre visita un  paziente o mentre riceve dei clienti o valuta un fornitore.

Così come diventa piuttosto complicato mettersi a scrivere lettere, mandare mail, raccogliere notizie per chi deve fare tutto da solo. Esistono però alcuni siti come quello che si chiama www.uominisenzatempo.com e quello che si chiama www.dedicatoalledonne.com che all’interno della gamma di servizi che vengono proposti a chi ha poco tempo, prevedono anche il servizio di segreteria; si tratta cioè della possibilità di usufruire di una segretaria on line  che  a costi decisamente inferiori ( perché viene pagata solo se e quando svolge qualche incarico   e ovviamente non deve essere assunta con relativi oneri fiscali e non )  di quelli di una segretaria in carne e ossa, potrà svolgere con la stessa efficienza e solerzia quanto le viene richiesto e affidato.

Un modo nuovo ed economico per avere un supporto segretariale solo quando e come occorre; un modo moderno di concepire il concetto di segreteria; un modo per avere tempo per seguire il proprio lavoro delegando ad altri i compiti segretariali.

 

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24 maggio 2012 4 24 /05 /maggio /2012 10:52

Spesso sui giornali si legge che una persona a 65 anni è definita anziana, cosa che fa spesso imbufalire le signore che a 70 ani sono ancora autonome, vispe e attive. Ma non è così per tutti.

Ci sono individui che dopo i 65 anni, magari passati in modo pesante, con pochi mezzi e tanti sacrifici, si sentono vecchi e hanno bisogno del sostegno dei figli per poter condurre una vita normale. Quindi hanno necessità di essere accompagnati a fare la spesa, o che qualcuno ritiri una ricetta per loro, o che li porti ad una visita medica; insomma hanno bisogno di essere accuditi, come se fossero tornati bambini.

Purtroppo però i figli non hanno tempo da dedicare ai genitori, dimenticandosi che quando erano piccoli, i genitori hanno sempre trovato il tempo da dedicare a loro. La vita fa dimenticare tante cose, e la mancanza di tempo non aiuta certo a ricordarsele.

I sensi di colpa, nei figli, aumentano man mano che la consapevolezza di non riuscire a ritagliarsi dei momenti per aiutare i vecchi genitori , si fa sempre più evidente, ma il tempo è esigente, tiranno, egoista: il tempo non dà tregua. Bisogna correre, sempre, senza sosta. Bisogna correre per lavorare, per badare alla casa, per stare dietro ai figli, per mantenere un minimo di relazioni sociali, e gli ultimi ad essere presi in considerazione sono spesso i vecchi genitori.

Eppure anche loro, soprattutto loro, hanno diritto a vivere gli ultimi anni in serenità, senza l’affanno di doversi ricordare di tutto quando ormai la testa non è più quella di una volta,  senza la preoccupazione di riuscire a trasportare a casa le bottiglie di acqua che sono così pesanti, senza il timore di non riuscire a prendere la medicina per l’artrite perché non sono riusciti, magari causa pioggia, ad andare in farmacia. Tutti quindi dovrebbero trovare il tempo per i propri genitori o, se proprio non ci riescono, almeno ricorrere a servizi esterni , come quelli ad esempio per over 65,  che possono essere acquistati dalla  società  The Substitute.  

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8 aprile 2012 7 08 /04 /aprile /2012 22:02

mamma,nonna,zia

Dura la vita quando non è possibile appoggiarsi ai parenti stretti , nonna, mamma, zia, per riuscire a mandare avanti la propria vita, soprattutto se si lavora, se si hanno figli, se si è single.

La famiglia , quando c’è è una grande risorsa, ma quando c’è e non è disponibile cosa succede? Perché non sempre le mamme sono disposte a fare le nonne perché “hanno già dato” e le nonne spesso si sentono ancora giovani e con poca voglia di fare ancora le casalinghe,  e le zie poi, essendo caduta in disuso la parola “zitella”, si sentono libere di evitare qualsiasi interferenza con la famiglia. Quindi è come se la famiglia non ci fosse. Il che è la stessa identica situazione di quando il nucleo famigliare non c’è per davvero. La situazione non è così rara o insolita, neppure in Italia, Paese mammone per eccellenza dove i ragazzi si sentono tali fino ai 40 anni e vogliono vivere  ancora in famiglia, con la scusa che non trovano lavoro e non possono mantenersi.

Chi vive da solo deve quindi arrangiarsi ad essere autosufficiente in tutto : diventare una o un organizzatore perfetto di tempi, volendo si può prendere spunto dai militari, loro sì che hanno regole ferree e le rispettano, basta vedere qualsiasi episodio in TV dei vari NCIS ecc; imparare a “sfruttare “ la collaborazione di vicini, altre mamme, colleghi di lavoro; capire come e dove far la spesa senza code  ( i negozietti rionali che sono sopravvissuti all’ondata di supermercati sono ancora abbastanza accessibili in termini di tempo speso nell’attesa); usare internet per TUTTO. Il web è una delle più grandi risorse per chi è da solo, per chi ha poco tempo , per chi non vuole perdere tempo. Sul web, basta saper cercare e si trovano servizi di tutti i tipi, per tutte le tasche, per tutte le esigenze.

Quindi niente paura: se mamma, nonna e zia danno forfait c’è sempre un modo per aggirare un problema: bastano una tastiera e uno schermo.

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